C'erano marito e moglie
poveri, che stavano in campagna. Nacque loro un bambino ma non avevano nessuno
nel vicinato che gli facesse da padrino. Andarono in città, ma non conoscevano nessuno, e senza padrino non lo potevano
far battezzare. Videro un uomo avvolto in un mantello nero sulla porta della
chiesa e gli dissero: - Buon uomo, ci fate da padrino a questo figlio? - L'uomo
disse di sì e il battesimo fu fatto.
Usciti di chiesa, lo
sconosciuto disse: - Ora devo fare il regalo al mio figlioccio. Ecco questa
borsa; servirà per allevare il bambino e dargli un'istruzione. E qui c'è una
lettera che gli darete quando saprà leggere -.
Il padre e la madre
rimasero stupiti, e prima che trovassero parole per ringraziare l'uomo e per
chiedere chi era, egli se n'era di già andato.
La borsa era piena di
monete d'oro e servirono a mandar a scuola il bambino. Quando ebbe imparato a
leggere, i genitori gli diedero la lettera; ed egli lesse:
Caro figlioccio, torno a
riprendere possesso del mio trono dopo un lungo esilio e ho bisogno d'un erede.
Appena letta questa lettera mettiti in viaggio e vieni a trovare il tuo caro
padrino, il Re d'Inghilterra.
Post scriptum: In
viaggio, guardati bene dall'accompagnarti con un losco, uno zoppo ed un
tignoso.
Il giovane disse: -
Padre, madre, addio, devo andare a trovare il mio padrino, - e si mise in
viaggio. Dopo aver camminato qualche giorno, incontrò un viandante che gli
disse: - Bel giovane, dove andate?
In Inghilterra.
Anch'io: viaggeremo
insieme.
Il giovane lo guardò
negli occhi; aveva un occhio che guardava levante e uno ponente, ed egli pensò
che era il losco da cui doveva guardarsi. Si fermò con un pretesto e cambiò
strada.
Trovò un altro viandante
seduto su una pietra. - Andate in Inghilterra? Faremo il viaggio insieme, -
disse e alzatosi cominciò a zoppicare appoggiandosi al bastone.
«Questo è lo zoppo»,
pensò il giovane, e cambiò strada ancora.
Incontrò un altro
viaggiatore, che gli occhi li aveva sani, le gambe anche, e quanto a tigna,
aveva la più folta testa di capelli neri che si fosse mai vista. Così, siccome era anche lui in via per l'Inghilterra, viaggiarono insieme.
A sera si fermarono in
una locanda e vi presero alloggio. Ma il giovane, che non si fidava, consegnò
la borsa col suo denaro e la lettera per il Re al locandiere perché gliela
custodisse. Nella notte, mentre il giovane dormiva, il compagno s'alzò, andò
dal locandiere e si fece dare la borsa, la lettera e il cavallo. Al mattino, il
giovane si trovò solo, senza un soldo, senza la lettera e appiedato.
È venuto stanotte il
vostro servitore, - gli disse il locandiere, - a prendere tutta la vostra roba
ed è partito...
Il giovane si mise in
strada a piedi. A una svolta, vide il suo cavallo legato a un albero in un
prato. Andò per prenderlo ma da dietro ali'albero saltò fuori il compagno della
sera prima armato di pistola. - Se hai cara la vita, - disse, - devi farmi da
servitore e fingere che sia io il figlioccio del Re d'Inghilterra -. E in così
dire si tolse la parrucca nera: il suo cranio era tutto ricoperto di tigna.
Partirono, il tignoso a
cavallo e il giovane a piedi, e così arrivarono in Inghilterra. Il Re
accolse a braccia aperte il tignoso credendolo il suo
figlioccio, mentre il vero figlioccio fu assegnato alle scuderie, come mozzo di
stalla. Ma il tignoso non vedeva l'ora di disfarsene e un giorno che il Re gli
disse: - Se potessi liberare mia figlia, prigioniera d'un incantesimo in un'
isola, te la darei per sposa; ma tutti quelli che sono partiti per liberarla
sono morti, - lui gli propose: - Provate a mandarci il mio servitore, lui certo
sarà capace di liberarla.
Il Re fece chiamare
subito il giovane e gli chiese: - Tu sei capace di liberare mia figlia?
Vostra figlia? - disse
il giovane. - Ditemi dov'è, Maestà!
E il Re: - Guarda che se
tornerai senza averla liberata ti farò tagliar la testa.
Il giovane andò al molo,
e guardava le navi partire e non sapeva come raggiungere l'isola della
Principessa. Gli s'avvicinò un vecchio marinaio con la barba fino ai ginocchi:
- Sta' a sentire, - gli disse, - fatti fare una nave a tre piani.
Il giovane andò dal Re e
si fece armare una nave a tre piani. Quando la nave fu in porto pronta a
salpare, ricomparve il vecchio marinaio: - Adesso, - disse, - fa' caricare un
piano di croste di formaggio, un altro piano di briciole di pane, e il terzo di
carogne putrefatte.
Il giovane fece fare i
tre carichi.
Adesso, - disse il vecchio,
- quando il Re ti dirà:
«Scegli quanti marinai
vuoi», tu di': «Me ne basta solo uno», e sceglierai me -. Cosi fece e tutta la
cittadinanza era a veder salpare la nave con quello strano carico e con un
equipaggio composto d'un solo uomo, e per di più vecchio cadente.
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