Un mercante che aveva tre figlie, doveva andare in viaggio per certi suoi negozi.
Disse alle figlie: - Prima di partire vi
farò un regalo, perché voglio lasciarvi contente. Ditemi cosa volete.
Le ragazze ci pensarono su e dissero che volevano oro argento e seta da
filare. Il padre comprò oro argento e seta, e poi partì raccomandando che si
comportassero bene.
La più piccola delle tre sorelle, che si chiamava Giricoccola, era la più
bella, e le sorelle erano sempre invidiose.
Quando il padre
fu partito, la
più grande prese l'oro
da filare, la seconda prese l'argento, e la
seta la diedero a Giricoccola. Dopo pranzo si misero
a filare tutte e tre alla finestra, e la
gente che passava
guardava in su alle tre ragazze, le
passava in rassegna e sempre gli occhi
di tutti si fissavano sulla più piccina.
Venne sera e nel cielo passò
la Luna;
guardò alla finestra e disse:
Quella dell'oro è bella,
Quella dell'argento è più
bella,
Ma quella della seta le vince
tutte,
Buona notte belle e brutte.
A sentir questo le sorelle le divorava la rabbia, e decisero di scambiarsi il
filo. L'indomani diedero a Giricoccola 1'argento e dopo pranzo si misero a
filare alla finestra. Quando passò verso sera la Luna, disse:
Quella dell'oro è bella,
Quella della seta è più bella,
Ma quella dell’argento le
vince tutte,
Buona notte belle e brutte.
Le sorelle, piene di rabbia presero
a fare a Giricoccola tanti sgarbi, che ci voleva la
pazienza di quella poverina per sopportarli. E nel pomeriggio dell'indomani, mettendosi
a filare alla finestra, diedero a lei l'oro, per vedere cosa avrebbe
detto la Luna. Ma la Luna, appena
passò, disse :
Quella che fila l'argento
è bella,
Quella della seta è più bella,
Ma quella dell'oro le
vince tutte,
Buona notte belle e brutte.
Ormai di Giricoccola le sorelle non potevano nemmeno sopportarne la vista:
la presero e la rinchiusero
su in granaio. La povera ragazza
se ne stava lì a piangere, quando la
Luna aperse la finestrella con un raggio, le disse: - Vieni, -
la prese per mano e la portò via con
sé.
Il pomeriggio seguente le due sorelle filavano da sole alla finestra. Di sera,
passò la Luna e disse:
Quella che fila l'oro è bella,
Quella dell' argento è più
bella,
Ma quella che è a casa mia
le vince tutte,
Buona notte belle e brutte.
Le sorelle, a sentir
questo, corsero a
vedere su in granaio: Giricoccola
non c'era più. Mandarono a chiamare
un’astrologa, che strologasse dov'era la
sorella. L'astrologa disse che Giricoccola
era in casa
della Luna e non
era mai stata tanto bene.
- Ma come possiamo fare per farla morire? – chiesero le sorelle.
- Lasciate fare a me, - disse l'astrologa. Si vestì da zingara e andò sotto le finestre della
Luna, gridando le sue mercanzie.
Giricoccola s'affacciò, e l'astrologa le disse: - Vuole
questi begli spilloni? Guardi, glieli
do per
poco!
A Giricoccola quegli spilloni piacevano davvero,
e fece entrare in casa l'astrologa. - Aspetti che gliene metto uno io
nei capelli, - disse l'astrologa e glielo cacciò in capo: Giricoccola diventò
subito una statua. L'astrologa scappò a raccontarlo alle sorelle.
Quando la Luna tornò a casa dopo il suo
giro intorno al mondo, trovò la
ragazza diventata statua e prese
a dire: - Ecco, te l'avevo detto di non
aprire a nessuno, m'hai disubbidito, meriteresti che
ti lasciassi così -. Ma finì per averne
compassione e le tirò via lo spillone dal
capo: Giricoccola tornò a vivere come prima,
e promise che non
avrebbe aperto più a nessuno.
Dopo un po' le sorelle tornarono dall'astrologa, a chiederle se Giricoccola
era sempre morta. L'astrologa consultò i suoi libri magici, e disse che, non capiva
come mai, la ragazza era di nuovo viva e sana. Le sorelle ricominciarono a pregar
la di farla morire. E l'astrologa tornò sotto le finestre di Giricoccola con
una cassetta di pettini. La ragazza a vedere quei pettini non seppe resistere e
chiamò la donna in casa. Ma appena ebbe in testa un pettine, eccola ridiventata
statua, e l'astrologa scappò dalle sorelle.
La Luna rincasò e
a vederla di
nuovo statua, s’inquietò e gliene disse di tutti i colori. Ma quando si
fu sfogata, la perdonò ancora e le tolse il pettine di
testa; la ragazza risuscitò.
- Però se succede ancora una volta,
- le disse, - ti lascio morta -. E Giricoccola promise.
Ma figuriamoci se le sorelle e l'astrologa s'arrendevano! Venne con una
camicia ricamata, la più bella che si fosse mai vista. A Giricoccola piaceva
tanto che volle provarla, e appena l'ebbe indosso diventò statua. La Luna, stavolta,
non ne volle più sapere. Statua
com'era, per tre centesimi la vendette a uno spazzacamino.
Lo spazzacamino girava le città con la bella statua legata al basto del suo
asino, finché non la vide il figlio del Re, che ne
rimase innamorato. La comprò a peso d'oro, la portò nella sua stanza e passava
le ore ad adorarla; e quando
usciva chiudeva la stanza a chiave,
perché voleva esser solo
lui a goderne la
vista. Ma le sue sorelle, dovendo
andare a una gran festa da ballo, volevano
farsi una camicia uguale a quella della statua, e mentre il fratello era
fuori, con una chiave falsa entrarono per toglierle la camicia.
Appena la camicia
fu sfilata, Giricoccola
si mosse e tornò viva . Le sorelle
per poco non
morirono loro dallo spavento, ma
Giricoccola raccontò la sua storia. Allora la fecero nascondere dietro una
porta, e aspettare che
tornasse il fratello. Il figlio del Re, non vedendo più la sua statua, fu preso
dalla disperazione, ma
saltò fuori Giricoccola e
gli raccontò tutto. Il giovane la
portò subito dai genitori presentandola
come la sua sposa.
Le nozze furono subito celebrate, e le sorelle di
Giricoccola lo seppero dall' astrologa e morirono di rabbia immantinenti.
(Bologna)
questa favola e la più belle che o letto tu che lai scritta se vedi questo messaggio ti do 5 stelle grazie per aver inventato questa favola
RispondiEliminaCiao e grazie a te per le 5 stelle.
EliminaLa tua fiaba preferita è stata scritta da Italo Calvino, uno dei maggiori narratori italiani del Novecento.
Continua a leggere!
Questa fiaba non è la mia preferita però è bellissima.
RispondiEliminabellissima
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