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30 nov 2016

Italo Calvino: FANTAGHIRÒ PERSONA BELLA parte prima




Ai tempi antichi visse un  Re che  figli maschi non  ne aveva ma solo tre belle ragazze: la prima si chiamava Carolina, la seconda Assuntina e la terza le dicevano Fantaghirò persona bella perché era la più bella di tutte.
Era un  Re sempre malato e ombroso,  che viveva tutto il giorno chiuso in stanza. Aveva tre sedie:  una  celeste, una nera e una rossa, e le figlie, andando a salutarlo la mattina, guardavano  subito  la sedia  su  cui  s'era  messo. Se era su  quella  celeste,  voleva  dire allegria;  su quella nera morte; su quella rossa, guerra.
Un  giorno  le  ragazze  trovarono  il  padre seduto sulla sedia rossa.  Disse la maggiore: -  Signor padre! Che avviene ?
Rispose il Re: -  Ho ricevuto ora una lettera dal Re nostro  confinante che mi  intima la guerra. Ma io, malaticcio qual sono, non so come fare perché l' esercito   non ho chi me lo  comandi. Un  buon generale,  in quattro e quattr’otto, dove me lo trovo?
- Se lei me lo  permette,  -  dice la figlia maggiore, -  il generale sarò  io.  Comandare  i  soldati,  si  figuri:  crede non sia capace?
- Macché! Non sono affari da donne! -  disse il  Re. E lei mi  provi! -  insisté la maggiore.
- Provare,  proviamo  pure,  -  disse il  Re,  -  ma sia ben chiaro che se per strada ti metti a parlare di cose da donne, torni a casa di filato.
S’accordarono,  e il  Re comandò  il  suo  fido scudiero Tonino di montare a cavallo e accompagnare la Principessa alla guerra, ma la prima volta che rammentasse cose da donne, la riportasse subito a palazzo.
Così la Principessa e lo scudiero cavalcarono verso la guerra, e dietro veniva tutto l'esercito. Avevano già compiuto un lungo tratto, quando si trovarono a traversare un canneto. La Principessa esclama: - Oh, che belle canne! Se le avessimo a casa, quante belle rocche per filare ne faremmo!
- Alto là, Principessa! -  gridò Tonino.  -  Ho l'ordine  di ricondurvi a palazzo. Avete parlato di cose da donne!
Voltarono i cavalli, e tutto l'esercito fece dietro-front.
Allora si presentò al Re la seconda. - Maestà, andrò io a comandare la battaglia.
- Agli stessi patti di tua sorella?
- Agli stessi patti.
Così partirono a cavallo, lei con lo scudiero alle calcagna,  e  dietro  tutto l'esercito. Galoppa,  galoppa,  passarono il canneto e la Principessa stette zitta. Passarono attraverso una palaia e la Principessa disse: - Guarda, Tonino, che bei pali dritti e sottili! Se li avessimo a casa, ne faremmo chissà quanti fusi.
- Alto là, Principessa! - gridò Tonino lo scudiero fermando il cavallo. -  Si ritorna a casa!  Avete  ricordato cose  da donne!
E tutto l'esercito,  armi e bagagli,  riprese
la via   della città.
Il Re non sapeva più dove sbattere il capo, quand'ecco gli si presenta Fanta-Ghirò.
- No, no, - lui le dice.  Tu sei troppo bambina! Non ci sono riuscite le tue sorelle, come vuoi che mi fidi di te?·
- A provarmi che male c'è, babbo? - disse la  ragazza.
- Vedrete che non vi farò sfigurare! Provatemi.
Così fu stabilito che partisse Fanta-Ghirò. La ragazza si vestì da guerriero, con l'elmo, l' armatura, la spada, e due pistole, e partì con Tonino lo scudiero che galoppava  al fianco. Passarono il  canneto e Fanta-Ghirò  zitta, arrivarono alla palaia e Fanta-Ghirò sempre zitta. Così arrivarono al confine. - Prima di cominciare la battaglia, - disse Fanta-Ghirò, -  voglio  avere  un  abboccamento  con il Re nemico.

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