In un paese lontano c'era
un ladro famoso che chiamavano Cric e non l' avevano potuto mai pigliare.
Questo Cric voleva far conoscenza con un altro ladro che chiamavano Croc,
famoso quanto lui, per far lega assieme.
Un giorno Cric all'osteria mangiava al tavolo d'uno sconosciuto. Fa per
guardare l' ora e vede che è rimasto senza orologio. «Se costui m'ha rubato l’orologio
senza che me ne sia accorto, - pensa,
- non
può essere che Croc», e gli ruba subito la borsa dei danari. Quando lo
sconosciuto fa per pagare e si trova senza borsa, dice al compagno: - Allora tu sei Cric.
E l' altro: - E tu sei
Croc.
-
Sì.
-
Bene, ruberemo insieme, - e fecero
lega.
Andarono alla città e
c'era il tesoro del Re tutto circondato da guardie. Loro con un buco sotto terra
ci entrarono e lo rubarono. Il Re, visto il saccheggio, non sapeva dove battere
il capo. Va da uno che era in prigione per ladro, chiamato Portacalcina, e gli
fa: - Se tu mi dici chi è che ha rubato
il tesoro, ti lascio in libertà e ti' faccio marchese.
Portacalcina rispose: -
Non può essere che Cric o Croc o tutti e due insieme, perché sono i più gran
ladri che ci sono.
Ma le dico io come fare
a prenderli. Faccia mettere la carne a cento lire la libbra. Chi l'andrà a
comperare sarà il ladro.
Il Re fa mettere la
carne a cento lire la libbra, e nessuno comprava più carne. Finalmente gli
dicono che a una macelleria è andato a comprar carne un frate. Portacalcina disse:
- Era certo Cric o Croc travestito. Adesso mi travesto anch'io e vado per le case
come un mendicante. (chi mi dà da mangiare della carne, gli faccio un segno
rosso sul portone e le guardie lo troveranno.
Ma quando fece il segno
rosso sulla casa di Cric, il ladro se ne accorse e andò a segnare di rosso
tutte le altre porte della città, così non si capiva più niente.
Portacalcina disse
al Re: -
Non gliel'ho detto
io che sono furbi ? Ma c'è anche chi è più furbo di loro. Faccia così: in fondo alla scala del tesoro mettiamoci una
tinozza piena di pece bollente. Chi andrà a rubare ci cascherà dentro e potremo
vederlo da cadavere.
Cric e Croc che intanto
avevano finito i danari tornarono a rubare. Per primo andava Croc, al buio, e
cascò nella tinozza. Cric, visto che l'amico era morto nella pece, provò a
tirar via il cadavere, ma non ci riusciva. Allora gli tagliò la testa,
e la portò via.
Il giorno dopo il Re va
a vedere. - Stavolta c'è, stavolta c'è! - e trova un cadavere senza testa, e
così non si poteva riconoscerlo né saper nulla dei complici.
Portacalcina disse: - Un
sistema c'è ancora. Faccia trascinare il morto da due cavalli per tutta la
città. Dove sentirà piangere, là sarà la casa del ladro.
Infatti la moglie di
Croc quando vide dalla finestra il cadavere del marito trascinato per la via,
cominciò a urlare e a piangere. Ma c'era lì Cric, capì subito che questo voleva
dire essere scoperti: allora si mise a rompere piatti e scodelle e a prendere a
legnate quella donna. Entrano le guardie chiamate da quel pianto, e vedono che
c'è una donna che ha rotto dei piatti,
e l' uomo che la picchia e lei che piange.
Il Re allora fece
attaccare ai cantoni un decreto, che lui
perdonava al ladro che aveva rubato, basta che fosse buono a rubargli le lenzuola
dal letto. E Cric allora si presenta, e dice che lui è buono a farlo.
La sera il Re si spoglia
e si mette a letto con lo schioppo, ad aspettare il ladro. Cric si fece dare da
un becchino un cadavere, lo vestì con i suoi panni e lo portò sul tetto del
palazzo reale. A mezzanotte il cadavere, legato a una fune, penzolava davanti alle finestre del Re. Il Re crede
che sia Cric, gli spara un
colpo e vede che cade giù con
la corda e
tutto. Corre di
sotto a vedere se è morto ; e intanto Cric gli cala
in camera e gli ruba le lenzuola. Così fu perdonato e perché non avesse più da
rubare, il Re gli fece sposare sua
figlia.
( Monferrato)
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